Ho conosciuto Ludovico Poggioli per caso grazie al net, Facebook conferma febbraio 2013.
Quest’anno decido di fare un viaggio in Italia, tutta l’Italia, a meta strada finalmente ci incrociamo per una sera per la prima volta dopo due anni.
Ora, a distanza di 4 mesi dal nostro incontro, Ludovico pubblica il suo ultimo lavoro « XALOVE ».
Sto guardando le 10 foto senza respirare, la prima foto e la seconda che ho visto me l’hanno tolto.
Personalmente quando guardo una foto per la prima volta non mi piace soffermarmic su per più di 3 secondi, probabilmente gli stessi 3 secondi che è durato lo stesso istante fotografato. Cerco di cogliere l’essenza e quando ho guardato queste foto sono completamente caduto nelle atmosfere in cui ci invita ad affacciarci.
Nella grammatica italiana il « punto e virgola » indica la fine del concetto espresso nella frase al cui termine si trova il segno di interpunzione in questione; non indicandone perciò la fine dell’idea generale, ma qualcosa di intermedio tra queste due funzioni. Le foto di Ludovico hanno questa funzione, finire la frase lasciandoci sospesi.
dopo il « punto e virgola » Ludovico Poggioli ci lascia liberi di scegliere come completare la frase, non sapendo in che direzione andare o come completare il nostro viaggio; indeciso fra sogno e libertà, desiderio e repulsione.
Durante il nostro incontro parlando di fotografia mi dice una frase molto toccante, nella quale a mio avviso si racchiude l’essenza non solo della sua fotografia ma di un’intera generazione, la generazione di fine millennio.
« È la nebbia, che con misericordia, cancella la linea dell’orizzonte,
toglie i confini e ci regala un’indefinito che troppo spesso manca in questa vita».
Quello che ci rende umani sono le piccole sottigliezze che ci allontanano dalla perfezione idilliaca, rendendoci unici e diversi.
Ludovico rispecchia in pieno una certa scuola fotografica italiana, é innamorato dei difetti, degli errori e visibilmente di una pellicola a grana grossa.
la trasposizione estetica di queste parole si riscontra in bianchi e neri forti, notturni, scatti attraverso i vetri bagnati delle auto l’inverno dove si riesce a percepire persino l’odore del riscaldamento o nelle solitarie nebbie di montagna.
« in un’esistenza divisa tra desiderio e repulsione, impossibilitato a fermarti,
continui a guardare ».
www.ludovicopoggioli.it
Marzio Emilio Villa
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